testata ridotta

  "Nacqui in giovane età, com'era d'uso nella mia famiglia..." (Totò)  

Storia di RM

La storia di Rudi Mathematici è stupefacente: o, quantomeno, è stupefacente che siate qui a leggere questa pagina per conoscerla. Quando chiedemmo al GC (Grande Capo) di scriverla, lui si è lasciato prendere un po' la mano (dovete capirlo: quando litighiamo con lui siamo soliti ricordargli che una ventina di secoli fa c'era un signore che aveva le sue stesse iniziali, il quale è diventato ragionevolmente più famoso di lui. Al quel punto Rudy ribatte sdegnoso: "Chi? Quello scavezzacollo del mio primogenito?"), e siccome alla sua età è difficile cambiare stile, quello che trovate di seguito potrebbe vagamente ricordarvi l'afflato narrativo di un suo precedente best-seller.



In principio era il Punto

Interrogativo, per la precisione.
Tutto è cominciato con un problema.
È talmente noto che voglio sperare vi basti il disegno, per capire di che cosa si tratti.

Quale limpidezza di stile! - ho subito pensato - Non si perde nemmeno un gioco di parole, nella traduzione...   Anche perché il trabocchetto geometrico che ne giustificava l'esistenza mi sembrava del tutto evidente, e non meritevole di soverchia attenzione. Ma fui smentito: molti sembravano affascinati e terrorizzati ad un tempo dall'apparente paradosso, al punto che, colto da pietà per questi analfabeti matematici, ho scritto una schematica soluzione (quattro pagine, a caratteri piccoli) e l'ho caritatevolmente diffusa, accompagnata da un problema un po’ più serio (è il "Problema di cani...", del numero uno). Odiando l'anonimato, in calce ai fogli ho apposto l'allonimo che ancora adesso mi caratterizza.



...e Alice disse: "Sia fatta la luce"

In realtà a quell'epoca Alice si chiamava in un altro modo, comunque è stata l'unica che abbia risolto il problema. "Bello, ne sai altri?", mi fa. "Sì", rispondo, mentre penso "... e ci mancherebbe pure che non ne conosca altri, tzè". E lei: "Perché non metti in piedi una rivista?". E io, finalmente, ho fatto la stessa faccia di quelli che non sapevano risolvere il gioco dei triangoli...
Già, perché no?
Da lì a buttare giù il primo numero di RM non è passato molto tempo.
Alice intanto era stata assunta come segretaria di redazione e distributrice ufficiale.



Qui sopra vedete la testata del primo, storico numero. Se siete alla ricerca di indovinelli, cercate di scoprire quale celebre libro di matematica ricreativa scimmiottavo.
Se non ci riuscite, la risposta sta scritta nei "Memorabilia".



Uno e Trino

La cosa ebbe un discreto successo (alla Bayer ancora si chiedono la ragione dell'incremento delle vendite di Aspirina) e decisi di mandare il foglietto in giro per il mondo, anche ad alcuni amici. Uno di questi (Piotr, che non era ancora "Doc") è stato successivamente arruolato in redazione grazie ad una brillante dissertazione sul sesso ellittico (sul secondo numero di RM).



Crescete e moltiplicatevi

Essendo diventati più di uno, era d'uopo cambiare il nome della rivista. Forte del fatto che nessuno scrive il mio nome (che, sia detto tra queste parentesi, è quello vero) con la "y", il cambiamento è stato rapido e indolore. Inoltre, circa nello stesso periodo, un tentativo di traduzione in inglese della rivista è miseramente naufragato dopo appena tre numeri; cotanto fallimento meritava un'atroce punizione, e per questo la responsabile,  Alice, è stata brutalmente inserita nel novero dei redattori.



Nell'alto del Foglio
penrose

Gli inizi sono sempre difficili, e se il primo logo di RM non vi piace, non posso mica biasimarvi. In quei tempi avevo una grossa scorta di problemi, e la rivista era composta solo da essi; beh, a dire il vero c'erano anche l'editoriale e le soluzioni ricevute dai lettori, ma questo non fa altro che ribadire l'asserzione precedente. Non mancava il tempo libero per guardarmi attorno (ah, giorni beati!) e, tra le alte cose, mi sono imbattuto nella celebre frase scritta da Pierre de Fermat a margine dell'Aritmetica di Diofanto ("Ma se la sanno tutti!" - "Anche in latino?") che sembrava fatta apposta per diventare il motto di una rivista di matematica ricreativa. La cosa difficile era trovare qualcosa da metterci dentro (la frase in latino doveva pur circondare qualcosa) e, dopo un po', la scelta è caduta sul Mandala di Penrose.

Il Mandala ha resistito per dieci numeri, dall'ottavo al diciassettesimo; siccome per adattarlo a logo ho dovuto massacrarlo un po', mi pare corretto rendergli omaggio mostrando qui sopra l'originale.
Diamine, lo so anche io che l'originale è migliore. E Penrose sa anche la matematica meglio di me. Ma non continuerei su questo tono, se fossi in voi... scommetto che lui ha anche lettori migliori, no? Penrose è stato poi detronizzato da M.C. Escher; i suoi "Rep-tiles" (vale la pena di conoscere l'inglese solo per godersi il gioco di parole di questo titolo) che tassellano il piano sono stati già cambiati una volta, ma non per essere sostituti, solo per essere ancora più evidenti "nell'alto del foglio".



Il "Filioque"

Se per un millennio l'Europa cristiana si è scannata per un "que" enclitico, la trimurti della Redazione ha concionato a lungo su quale dovesse essere lo scopo della rivista: divertirci, certo: questo resta il fine primario e definitivo, ma se volessimo cercare anche qualche altro obiettivo meno egoistico?

Ci siamo ripetute alcune evidenti e banali verità:

In Rete, a voler cercare, si trova di tutto, matematica ricreativa compresa; ma anche chi è interessato non sempre trova il tempo di mettersi a cercare. E poi, anche se l'inglese lo conoscono ormai quasi tutti, c'è ancora qualcuno cui l'idea di muoversi tra phrasal verbs e genitivi sassoni procura ancora il mal di mare. Anche solo per questa opera di raccolta e impaginazione, ci sembrava che l'idea della rivista qualche piccolo merito potesse averlo. E questo era "l'intento di servizio", almeno all'inizio. Ci saremmo accontentati di un minimo di gratitudine riflessa, pescando dalla rete dei problemi di matematica che potessero risultare interessanti, e pungolando qualche italica mente a cimentarsi con essi.

E questo principio è ancora presente: salvo rare (davvero rarissime) eccezioni, i problemi pubblicati su RM non sono inventati da noi: inventare problemi belli di matematica ricreativa è difficile quasi quanto vincere la Medaglia Fields o il Premio Wolf, e non avete idea di quanto siamo lontani da questo. Ma poi è accaduto qualcosa di inaspettato.

La Rete italiana ospita un bel numero di gran bei siti di matematica: però, forse perché la domanda è ancora superiore all'offerta, forse perché il formato "rivista" non è tra i più comuni, specie per la matematica ricreativa, è accaduto che attorno a RM si sono coagulate un numero imprevisto (non certo grandissimo, ma comunque imprevisto) di persone interessate alla matematica. Persone che leggono, risolvono problemi, propongono generalizzazioni ed estensioni, scrivono. E sono queste persone che si incontrano ogni mese nelle pagine più significative del giornalino. Forti di questo, anche noi abbiamo preso fiducia e coraggio, e adesso RM è, senza falsa modestia, qualcosa di radicalmente diverso da un semplice foglio che offre problemi tradotti in lingua italiana. I contributi inediti e originali adesso ci sono e ci arrivano, come continuano ad arrivare i nuovi iscritti; e RM sembra aver trovato un suo proprio e originale spazio nella Rete.

           Torna all'inizio

Home

 

RM La Rivista

La Voglio per Mail

Archivio

Index Mundi

Bookshelf

La Carta

Getting Started

La Redazione

Storia di RM  

RemoMabilia

Links

[©opyright]

Andate a leggere i Memorabilia se volete sapere che cosa è successo dopo...

... e naturalmente, il resto della storia potete trovarlo in questo sito.
... Come sarebbe a dire che non ci trovate?
Ma avete cercato bene?
Ma, ma… ma in che diavolo di anno state leggendo queste righe?

RM su carta

Incredibile! RM è anche su carta! Cliccando qui potete verificare di quali crimini si siano macchiati gli autori!


spacer


La Schematica Soluzione del Capo

...l'hanno vista solo pochi eletti, e io non sono tra questi.

Però, tanto per non lasciare i curiosi senza neanche un indizio, ve ne darò  una piccola serie.

Indizio A) - Il Capo disegna da fare schifo, ma stavolta non ha barato più di tanto. Le "tacche" di riferimento sono giuste (quelle che si vedono sotto e a fianco delle figure, e quindi potete essere certi, ad esempio, che il triangolo rettangolo verde ha cateti lunghi 2 e 5 unità, quello giallo cateti lunghi 3 e 8 unità, e così via.

Non basta? Allora

Indizio B) - L'indizio A serve soprattutto a dire che i triangoli verdi e giallo sono sempre ben misurabili, quindi rigorosamente uguali sia a destra che a sinistra. La stessa cosa vale ovviamente anche per i poligoni irregolari rosso e blu, già evidentemente composti da un numero intero di "unità quadre". Quindi, i "componenti" del due "grandi triangoli", a destra e a sinistra, sono sempre uguali. In entrambi i membri, la figura generale (il triangolo composito) ha dimensione 5x13. E tutti i triangoli rettangoli 5x13 misurano la stessa area. Indovinate quale.

Ancora no? Allora, un po' più esplicitamente:

Quasi la soluzione C) - Un triangolo rettangolo di cateti 5x13 ha area pari a 32,5. Il "triangolino" giallo ha area pari a 12, quello verde pari a 5, il poligono blu 7, quello rosso 8. L'indizio A) ci assicura che sono ben disegnati, quindi che la loro area totale è pari a (12+5+7+8) =32: quindi, l'area degli addendi non e' uguale all'area del triangolo di cateti 5x13. Nella figura a destra, ci sono gli stessi "elementi", più un quadratino unitario. Quindi, area totale uguale a 32+1=33. Ergo, anche la figura a destra ha l'area sbagliata. Per eccesso, stavolta.

E allora? Allora:

La soluzione senza disegno D) - Allora, per prima cosa dovreste capire che né la figura a destra, né quella a sinistra sono un triangolo rettangolo di cateti 5 e 13. E se non sono triangoli rettangoli, sono qualcos'altro. Visto che siamo certi dell'uguaglianza delle "figure piccole", è la maniera di unirle nei puzzle che inganna. In sostanza, la "ipotenusa" dei due triangoli "grandi", a destra e a sinistra, non à mai un segmento, ma una spezzata di due segmenti che formano sempre un angolo diverso dall'angolo piatto che i nostri poveri occhi suppongono essere. Nel primo caso, i triangoli giallo e verde che si uniscono nell'ipotenusa formano in realtà una leggera concavità, nel secondo una leggera convessità (sono certo che se guardate attentamente il disegno nei punti di giunzione dell'ipotenusa, adesso riuscite pure a vederlo...). La concavità del prima figura "toglie" all'ipotetico triangolo 5x13 esattamente mezza unità quadra (la differenza tra 32 e 32,5), la convessità della seconda aggiunge al triangolo 5x13 esattamente mezza unità quadra (portando i 32,5 a 33).

Ah, gli angoli, gli angoli....

Torna all'inizio